
Laboratori e ricerca scientifica
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KUNG FU PRIMI PASSI Laboratorio presso la Scuola S. Giorgio Infanzia/Elementare
La scuola tradizionale di arti marziali “La Tigre Bianca” ha come obiettivo fondamentale quello di sostenere la formazione di un gruppo attraverso l’apprendimento di alcune tecniche base (propedeutiche) dell’arte del Kung Fu Wu Shu della Cina del Nord. Questo progetto vuole coinvolgere tutti i bambini con una formazione che stimoli il naturale sviluppo dello schema corporeo, attraverso alcune capacità come ad esempio il salto, la corsa, la marcia, la stazione eretta su un piede, ma anche l’esecuzione di sequenze e percorsi, l’imitazione di gesti, l’identificazione di posture della tradizione classica della disciplina del Kung Fu.
L’equilibrio fra l’amorevole comprensione e la saggia fermezza fornirà al bambino un valido strumento di riferimento nel corso della sua progressione evolutiva. Il bambino imparerà durante l’anno esercizi più complessi, riuscendo a liberare i movimenti più segmentari dalla partecipazione di altre parti corporee.
La finalità sarà quella di fornire al bambino uno spazio di espressione, comunicazione, benessere e soprattutto creatività attraverso l’arte marziale del Kung Fu.
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Laboratorio di Tai Chi Ch’üan e Chi Kung con finalità di ricerca sui benefici psico-fisici dello stesso nei confronti degli utenti inseriti nella RSD Airone e nel CDSP gestiti dalla Fondazione Costantino
Tenendo presente che le cause delle malattie dipendono da elementi patogeni esterni, come ad esempio gli eventi climatici, da elementi patogeni interni, come ad esempio l’alterazione della sfera emozionale, e anche da elementi costituzionali ed ereditari, abitudini di vita, traumi, alimentazioni errate, etc., possiamo rilevare tramite una prima valutazione quali siano i principali squilibri sui quali intervenire. Sia il Tai Chi Ch’üan che il Chi Kung non hanno lo scopo di guarire la malattia o di individuarne la causa; essi sono discipline che non impongono stili di vita o cure, bensì intervengono attraverso la pratica sulle emozioni e sull’atteggiamento posturale corretto (laddove per corretto intendiamo sia quello oggettivo che quello soggettivo) in modo piacevole, permettendo a ciascun paziente/studente di non “trattenersi” all’interno di un radicato atteggiamento. Tali movimenti stimolano sicuramente l’armonizzazione della circolazione energetica e tendono ad invogliare in modo incondizionato la pratica per il miglioramento della propria condizione fisica e mentale. In queste discipline la componente del piacere è fondamentale e permette a ciascun partecipante di emanciparsi sempre di più dal proprio insegnante fino a desiderare di praticare individualmente e non attendere l’orario della lezione. Il Tai Chi come il Chi Kung tendono proprio a questo risultato: all’agire attraverso le indicazioni fornite durante la lezione, nel modo più autonomo possibile, trovando nella pratica quotidiana un’abitudine al benessere spesso oscurato od oppresso da cause terze. La valutazione iniziale pertanto serve a coloro che insegnano come punto di partenza per capire dove il paziente/studente trova maggior rigidità e quindi difficoltà a riconoscere parti di sé, siano esse parti corporee o emozionali. Essere rigidi non è sinonimo di mancanza di vitalità. Per non cadere in equivoci, essere rigidi comporta la necessità di diventare più morbidi. Una persona estremamente vitale non è detto che sia più morbida di una persona considerata rigida. Molto spesso la vitalità comporta infatti un maggior dispendio di energia e se non incanalata in modo corretto, invece di scorrere come un fiume in piena libertà, si blocca e crea pertanto rigidità. Il Tai Chi con il Chi Kung, praticati quotidianamente, aiutano a sbloccare le nostre piccole grandi “dighe”. Viceversa, una persona definita morbida, può essere a sua volta troppo accondiscendente e non riuscire a capire quale direzione sia giusta da prendere. Ecco quindi che le discipline proposte non impongono una via piuttosto di un’altra, bensì lasciano che il nostro corpo (fisico e psichico) si direzioni verso la strada più piacevole e sicuramente più corretta[1]. L’armonia tra lo yin e lo yang (facenti parte della Suprema Polarità) è quindi da considerarsi un movimento e non una stasi. La valutazione iniziale permetterà di capire la prevalenza dello yin o dello yang e quindi intervenire attraverso gli esercizi di Chi Kung e di Tai Chi per una maggior armonizzazione. Essa sarà nuovamente effettuata a metà laboratorio e al termine, contestualmente al lavoro dell’equipe della Fondazione Costantino.
Il Malattia e la Felicità
Ciascuno di noi non è felice se è malato. Questo semplice dato di fatto è il punto di partenza per tutti coloro che lavorano con persone affette da disabilità più o meno gravi. L’acquisizione della consapevolezza di una malattia, di un lutto o di una grave infermità è un percorso che non deve essere vissuto in solitaria e necessita di alternative che possano in qualche modo “disturbare” quel “dolore” narcotizzato o, come direbbe la psicologa Alba Marcoli, quel “cuore di pietra”[2] creato al fine di difendersi dalle barriere sociali o dalla sofferenza grave. Un “cuore di pietra” è uno stato mentale che non permette di elaborare con successo la sofferenza, sia essa un lutto, una malattia, una perdita. Chiunque abbia una sofferenza, di qualunque genere si tratti, ha il diritto di essere aiutato durante la vita. Deve poter vivere con dignità, non tanto attraverso l’accettazione della propria diversità, quanto, piuttosto, scoprendo un nuovo approccio alla vita. Il Tai Chi è una disciplina. Pochi capiscono il vero valore di quest’arte intesa come disciplina. Tra i suoi precetti c’è la coltivazione di un comportamento corretto ed equilibrato attraverso la pratica quotidiana e lo studio. Questa disciplina centenaria, originaria della Cina, è un fondamento imprescindibile della medicina tradizionale cinese. Il Tai Chi riequilibra il corpo e la mente promuovendo movimenti naturali che tendono a sbloccare le tensioni muscolari e al conseguente ottenimento di uno stato mentale disarmato e libero. La libertà non porta necessariamente alla felicità, ma alla comprensione. Chi ha uno stato mentale alterato non è libero, perché non ha il controllo su di sé e sulla propria esistenza. Questo argomento naturalmente va affrontato con la dovuta cautela. Tale discorso non esclude le persone malate già dalla nascita. Non è tanto il rapporto con la malattia che determina la tristezza, ma il rapporto tra la malattia e le opportunità di vivere dignitosamente che determina la felicità. I malati potrebbero essere felici, se avessero pari opportunità degli altri per esserlo.
Conclusioni
Il laboratorio ha come scopo fondamentale quello di fornire, con il Tai Chi Ch’üan e con il Chi Kung, gli strumenti utili al fine di iniziare un percorso che stimoli la ricerca del proprio benessere. Sono previste lezioni all’aperto e una lezione finale dimostrativa. Il lavoro viene svolto in equipe con il personale della Fondazione Costantino.
[1] Al fine della comprensione di quanto spiegato suggerisco la pratica sul campo.
[2]Tratto da: La nonna è ancora morta? Genitori e bambini davanti ai lutti della vita di Alba Marcoli, psicologa clinica di formazione analitica. Ha avuto una lunga esperienza nel campo dell’insegnamento e della psicoterapia e ha condotto per anni gruppi per genitori e operatori. Il suo lavoro ha sempre puntato a sensibilizzare gli adulti in particolar modo i genitori sui temi psicologici fondamentali del vivere, per valorizzarli come importante risorsa nella prevenzione o nell’attenuazione del disagio minorile attraverso la relazione. Mondadori Milano, 2014.
"Il Chi è come un piccolo prestiogiatore dentro di noi" di Andrea P.
